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CAMERA CON VISTA SU GUADAGNINO E KAURISMAKI

  • Andato in onda:14/02/2017
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      Quando venne presentato a Venezia nel 2015 A Bigger Splash, il remake esistenzialista del film La Piscina, zeppo di citazioni al rock e alla morte di Brian Jones, rischiò di far abbassare le quotazioni ottenute dal regista con Io sono l’amore. Il consenso ricevuto da Luca Guadagnino, il suo essere fuori dal giro di certa cinematografia italiana, di esibire troppo le sue connessioni internazionali, incarnate dal suo sodalizio con Tilda Swinton, gli slanci quasi compulsivi dei suoi film verso l’estetismo borghese di Visconti o gli intrecci psicologici del primo Bertolucci lo avevano bollato come un intellettuale snob. Come Sorrentino, Guadagnino è un autore divisivo. Entrambi hanno il potere di incendiare i social, di spaccare in due le platee, di flirtare con i mercati esteri, facendo quasi il possibile per risultare poco digeribili dalle schiere giornalistiche italiane. A Berlino, dopo una lunga stagionatura nel bucolico paesaggio di un piccolo paese del nord d’Italia, Guadagnino stappa la bottiglia del suo Call Me By Your Name. Come già scritto il regista italiano è l’unico a rappresentare il nostro Paese alla 67esima edizione del Festival del Cinema di Berlino nella sezione Panorama e lo fa con meritati elogi, perché come sostenuto dalle recensioni dei nostri inviati si sta affermando come uno dei film più completi della Berlinale 2017. Il film è tratto dall’omonimo romanzo di André Aciman ed è il frutto di un’operazione corale che ha messo insieme un gruppo di lavoro prestigioso completato da James Ivory, il regista di Quel che resta del giorno (1993), Camera con vista (1985) e Casa Howard (1991), che ha firmato la sceneggiatura. La storia ci porta indietro, in una calda estate del 1983, quando il protagonista vive un forte turbamento sentimentale per l’affascinante assistente americano di suo padre. Tra loro nasce a poco a poco un’intimità tenera e virile al tempo stesso fatta di intese e contrasti, scoperte e sospensioni, desideri e attese. Al punto di far dire a Guadagnino di essere stato a sua volta sedotto da un codice narrativo come quello dell’idillio. Di aver cioè anteposto alla storia i richiami di un ambiente sia interiore che  paesaggistico. La puntata si completa  con l’atteso nuovo film dell’autore di culto finlandese Aki Kaurismaki, con The Other Side of Hope, in cui si racconta la vicenda di un rifugiato siriano approdato a Helsinki e posto in una specie di confronto con un cittadino. 

      In diretta da Berlino 
      Alberto Crespi e Miriam Mauti 

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