STANLEY TUCCI E IL SUO RITRATTO DI UN ARTISTA IN UN INTERNO
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Venti anni dopo Big Night, Stanley Tucci continua a inanellare una serie di interpretazioni eclettiche e brillanti, ormai stabilmente seguite da una serie di film che lo hanno visto passare dietro la macchina da presa. Per la sua quinta regia l’attore ha scelto la Berlinale per presentare Final Portrait, un biopic che supera i cliché del genere. Il film si svolge in 18 giorni e racconta il curioso incontro tra il pittore e scultore svizzero Alberto Giacometti e il critico d'arte americano James Lord. Nel 1964 Giacometti chiese a Lord di posare per un ritratto. Quello che avrebbe dovuto essere il lavoro di una settimana, si dilatò a dismisura per via delle intemperanze di Giacometti e per le numerose interruzioni causate dal burrascoso rapporto dell'artista con le donne. A interpretare Alberto Giacometti è l'istrionico Geoffrey Rush, il ruolo di James Lord è stato affidato all'affascinante Armie Hammer, mentre la francese Clémence Poésy incarna Caroline, una delle tante muse di Giacometti. Saranno comunque lo stesso Stanley Tucci a parlarci del suo film in compagnia di Armie Hammer, uno dei due attori già protagonista del film di Guadagnino. A completare la vetrina berlinese si parlerà del documentario Combattere fino alla fine della notte del canadese Sylvain L'Espérance, il docufilm, girato nell'arco di due anni, è un viaggio nel cuore della Grecia moderna, un paese in cui convivono miserie, tensioni e la mai risolta difficoltà dell’integrazione razziale. La puntata si completa ricordando altri due attesi film presenti alla Berlinale: Viceroy's House di Gurinder Chada e The lost city of Z di James Gray.
Con i nostri inviati a Berlino Alberto Crespi e Miriam Mauti