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SCEGLI LA VITA! 20 ANNI DOPO A BERLINO TORNA TRAINSPOTTING

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      Se nella libreria degli anni 90 cercate sotto la parola “cult” spunterà fuori un solo titolo: Trainspotting. I suoi manifesti, le immagini eversive, i racconti allucinati dei ragazzi scozzesi, appartengono indissolubilmente, e per tutti, a quel periodo. Ne sono la rappresentazione più iconica. È per questo che T2 Trainspotting deve ingaggiare una specie di duello con i fantasmi della gioventù. Come i bagliori dei vagoni di un treno lanciato nella notte sfilano tutti  i 20 anni passati, quello che è stato, che è rimasto, che non si potrà più recuperare. Il ritorno delle creature di Danny Boyle non è un tentativo di replicare un film irripetibile nella sua capacità di fotografare lo spirito della metà degli anni ‘90, o di ricrearne certe immagini e certe frasi che si sono appiccicate sui muri delle strade, delle stanze, della nostra memoria. Immagini che saltavano frenetiche sul ritmo di Lust For Life di Iggy Pop o per uno slogan incredibilmente efficace come “Scegli la vita”.  Il sequel tanto atteso (ma anche temuto) riprende la vita degli antieroi creati dallo scrittore Irvine Welsh due decenni più tardi. Li ritrova fragili, decadenti, alcuni devastati dagli anni che passano altri in ammollo in una crisi di mezza età. Valga per tutti la sequenza in cui Ewan McGregor corre sul tapis roulant di una palestra, una citazione ironica di una delle sequenze celebri del primo capitolo. Ottimo il contributo dello sceneggiatore John Hodge che forgia nuovi percorsi narrativi, ricordando i giorni di gloria di un tempo senza diventare ciò che Simon definisce "un turista nella propria giovinezza". A proposito di gioventù, nella puntata di oggi sarà nostro ospite Alessandro Borghi, selezionato tra le Shooting Star europee, ossia i giovani talenti da tenere d’occhio. Spazio infine a The Bomb video installazione molto attesa alla Berlinale Special, che mischia immagini di repertorio ad altre molto artistiche sul tema nucleare. Un film pensato per provocare e disturbare lo spettatore, ma anche un appello a non smettere di sognare un mondo libero dalle armi.
      Con gli inviati a Berlino Alberto Crespi e Miriam Mauti

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      Riduci
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